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Ossessione B.

Silvio Berlusconi è da vent'anni una delle principali ossessioni di moltissimi italiani. Una vera e propria malattia. Alcuni chiamano questo fenomeno antiberlusconismo: secondo me è una vera ossessione, un pensiero ricorrente, che ingombra la mente di coloro che ne soffrono. B. torna ovunque: nei post su facebook, nelle conversazioni tra parenti e amici, sul posto di lavoro, davanti alle file alla posta, sugli autobus affollati, in una giornata di pioggia. Gli ossessionati da B. non riescono a non farlo entrare in qualsivoglia situazione.

Ma cosa c'è alla radice di tale idée fixe

Innanzitutto Silvio Berlusconi è oggettivamente un personaggio complesso e difficilmente digeribile. Non può stare indifferente: la sua furbizia, la scaltrezza estrema, la spregiudicatezza, possono essere lette come temerarietà, mancanza di rispetto per le regole, sregolatezza. Ma gli stessi fenomeni possono in realtà suscitare anche fascino: non c'è dubbio che in lui si riassumono i tratti del leader carismatico, di un capitano di ventura rinascimentale, di un Gattamelata. Molti contestano che alla base della sua enorme potenza economica vi siano stati abusi e forzature, ma allo stesso tempo non si può dimenticare che quasi sempre, alla base di una qualsivoglia potenza, ci sono stati atti di forza e prevaricazioni. A volte il peso del tempo ha unto di sacralità tali sopraffazioni e violenza. La Storia è piena di esempi di questo tipo: quando William the Conqueror fondò quella che sarebbe poi diventata la plurimillenaria corona inglese non credo lo fece chiedendo per favore o presentando una domanda in carta bollata.

Berlusconi è quindi un personaggio che, per le stesse identiche ragioni, può piacere o essere odiato. Si prenda anche l'elemento donne: per molti l'atteggiamento da bullo, machista, fa orrore, per altri è la quintessenza della mascolinità. 

Ma fin qui potremmo anche starci. Tutto sommato è normale che una persona piaccia ad alcuni e non piaccia ad altri. Se qualcuno piace sempre a tutti, di solito c'è di che preoccuparsi.

Il punto è che una parte di quelli che non amano B. ne sono veramente ossessionati. Qui il fenomeno diventa patologico. Molti incolpano Silvio delle proprie private sventure: non ho il lavoro perché c'è la crisi (causata da B.), mi sfruttano perché B. ha creato un modello sociale di sfruttamento, il Paese è al collasso sociale ed etico perché B. lo ha portato a questo livello. Gli ossessionati usano B. come diagnosi utile a spiegare ogni tipo di patologia, personale e sociale: tutto il male del mondo può essere ricondotto a lui.

Tutti ricordiamo la fine del suo ultimo governo: per alcuni eravamo alla Liberazione, avevano l'illusione che il Paese da lì non avrebbe potuto che risalire. E così ci siamo ritrovati Nonno Mario, il quale ha goduto di 3-4 mesi di stato di grazia proprio perché visto come il liberatore da Silvio, per poi farci amaramente risvegliare in una realtà per certi aspetti peggiore di quella lasciata da lui, basti pensare alla questione esodati, uno scandalo osceno che nessun governo politico avrebbe mai permesso che avvenisse.

Ovviamente è più facile prendersela con qualcuno, peraltro lontano e irraggiungibile, piuttosto che fare un serio (a volte drammatico) esame della propria vità. Molto più facile accusare qualcun altro. Tutto questo si mischia poi, a volte, con una straordinaria invidia sociale: B. è un ricco che non ha vergogna di esserlo, fa regali ad amici e a donnine, roba da lasciare con la bava alla bocca tutti i meschini che già invidiano i 40 euro in più nella busta paga del collega. Silvio Berlusconi è diventato il parafulmine di tutti gli sfigati d'Italia: viene da sorridere a volte sentendo persone allo sbando personale, devastati da scelte catastrofiche e da percorsi umani del tutto sconclusionati, attaccare B., permettersi di fare, loro, la morale pubblica agli altri. Dire una frase contro di lui è il modo più facile per ottenere l'applauso, per legare col vicino, per iniziare una conversazione.

B. ha i soldi perché li ha rubati! E quindi avanti con libri che trattano della sua ricchezza, della sua storia, utili a fomentare e ad accrescere questa invidia, questa rabbia. Molti hanno costruito la propria fortuna personale (Travaglio su tutti) proprio grazie all'ossessione B.: scrivendo libri che in qualche modo solleticassero il senso di rivalsa nei confronti del Mostro.

Povera Italia! In mezzo a tante difficoltà, pubbliche e private, invece di esaminare le proprie, gravi mancanze, che ciascuno di noi ha, si perde tempo a prendersela con le stelle.

Ossessionati di tutto il mondo, state tranquilli: anche il giorno in cui Silvio morirà, la vostra sfiga rimarrà tutta con voi, non vi preoccupate. Buona vita!

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