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Il pangolino, dalla preistoria con amore

Il pangolino (Manis, secondo la classificazione di Linneo) è un animale veramente particolare: ha le sembianze di un formichiere (e infatti è anche detto ‘formichiere squamoso’) con il corpo ricoperto quasi interamente da scaglie cheratinose (la cheratina è una proteina fibrosa che costituisce pelle, unghie, capelli). È l’unico mammifero esistente appartenente all’ordine dei Folidoti. La sua classificazione attuale all’interno del regno animale è la seguente: PHYLUM: Cordata, CLASSE: Mammalia, SOTTOCLASSE: Theria, INFRACLASSE: Eutheria, SUPERORDINE: Laurasiatheria, CLASSE: Ferae, ORDINE: Pholidota, FAMIGLIA: Manidae, GENERE: Manis
 
Il suo aspetto fa pensare ad un animale preistorico e in effetti i primi esemplari di pangolino sembrano essere comparsi sulla terra un po’ di tempo fa (49 milioni di anni fa, Eocene medio). È un animale docile, si fa prendere in mano e si arrampica sulle braccia di chi lo vuole coccolare … Ha muso e occhi davvero tenerissimi.
 
Il pangolino vive in Asia, Africa e India ed è un insettivoro. La sua vita media è di 12-13 anni; lungo tra i 30 e i 100 centimetri, quando desidera marcare il proprio territorio emette un forte odore proveniente da ghiandole perianali che ricorda molto quello delle moffette.
 
Si tratta di un animale notturno e solitario, totalmente privo di denti, con vista poco sviluppati ma raffinati olfatto e udito. Possiede unghie molto lunghe con le quali scava nella terra quando è in cerca di cibo; la lingua, connessa internamente al torace e non all’osso ioide (come per gli esseri umani!) fuoriesce da un muso sottile ed è essa stessa lunghissima, quasi una sfoglia, in grado di prendere gli insetti e le termiti dei quali è ghiotto e che risucchia neanche fosse un aspirapolvere. Quando si sente minacciato, il pangolino si trasforma in una simpatica palletta, una specie di ‘fortino’ inespugnabile dotato di scaglie in grado di difenderlo dagli attacchi dei perfidi predatori (tra i quali i grandi felini come tigri e leoni). Alcuni esemplari possiedono una coda prensile che gli permette di arrampicarsi in modo acrobatico sui rami degli alberi e andare a pescare gli insetti che si trovano all’interno dei tronchi d’albero (furbacchioni!). 
 
È protetto dalla Convenzione Internazionale di Washington (stipulata nel 1975 e ratificata anche da parte dell’Italia) che difende flora e fauna a rischio di estinzione. Purtroppo in Asia il pangolino rappresenta un cibo molto prelibato: pensate che un solo chilogrammo della sua carne può arrivare a costare svariate centinaia di dollari. Per questo motivo, il nostro amico è tristemente vittima di bracconieri e contrabbandieri, soprattutto nei paesi asiatici. In Cina, tra l’altro, secondo i dettami della medicina tradizionale, le sue squame sono ritenute ricche di sostanze curative. A volte il suo mantello è tristemente usato anche in pellicceria! 
 
Quindi mi raccomando: se vi capiterà di viaggiare in Oriente e di trovare su qualche menù la parola ‘pangolin’ (in inglese) drizzate le orecchie … e ricordate che è un tenero animale ad alto rischio di estinzione!
 
 

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