Il brano, presentato come pezzo d'insieme per viola solista, orchestra e coro è, di fatto, una lunga elegia per viola sola con accompagnamento di grande orchestra e coro. Decisamente più un concerto solistico quindi che un brano orchestrale.
La musica è molto varia, ma di grande fascino. Quella di Kancheli è una scrittura che certamente poggia sulla lezione staliniana secondo cui la musica deve servire ad educare il popolo e da esso deve quindi essere pienamente compresa: così è nel suo caso, non ci sono dubbi. La narrazione scorre fluida e comprensibile, le melodie e soprattutto i quadri sonori si ripetono, entrano nell'immaginario interiore dell'ascoltatore. Kancheli conosce certamente i Tintinnabuli di Arvo Pärt, ma anche Shostakovich e la tradizione modale russa. C'è il sapore della liturgia nella parte del coro, echi di canto gregoriano che ogni tanto si trasformano in echi di corali bachiani. Soprattutto, nei momenti di maggior forte e nei tumulti di insieme, si sente l'aria di medioevo moderno tipica dei Carmina Burana di Orff.
Un brano lungo quindi (circa 35 minuti di musica), ma certamente molto ben scritto, dove l'ascoltatore non si annoia mai, anche grazie alla spettacolarità della pantagruelica tessitura orchestrale.
Molto preparata la Philharmonie Zuidnederland sotto la guida del suo direttore principale Dmitri Liss: grande suono, molta concentrazione e perfetto dominio della partitura. Bravissima la viola solista, Maxim Rysanov: deve gestire una parte lunghissima e di grande difficoltà, lo fa col passo giusto, senza strafare all'inizio, ma conducendo come per mano il pubblico lungo tutto l'articolato percorso sonoro.
Cosa impariamo dalla lezione di Kancheli? Che si può scrivere anche nel XXI secolo un brano simile per dimensioni orchestrali e testuali ad una sinfonia di Mahler, ed essere eruditi, interessanti e mai noiosi. Possiamo affermare che questo è l'unico modo di fare musica oggi? Certamente no, ce ne sono molti altri, anche in totale contraddizione con questo. Ma una cosa è certa: alla fine della performance di Styx, eravamo tutti in piedi, felici e soddisfatti ad applaudire. Non capita spesso.