Sempre con noi JFK, mito di ieri e di oggi

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JFK era un mito nel 1963, oggi lo è forse ancora di più. Proprio in questi giorni un po' tutti hanno ricordato i 50 anni dall'assassinio di Dallas, il 22 novembre 1963. Un fatto crudele, rimasto nell'immaginario collettivo. Il filmato di Zapruder ancora oggi colpisce per la sua essenziale brutalità: la limousine scoperta, gli spari, Kennedy ferito, il colpo alla testa, Jackie sul cofano dell'auto nel folle gesto di raccogliere i pezzi del cranio del marito, l'agente del servizio segreto che sale sull'auto da dietro per rispingere sul sedile la first lady. E poi l'auto che scompare, sotto un cavalcavia.

Tuttavia in questo post non è il caso di ricordare John F. Kennedy per questo evento drammatico. Meglio invece ricordarlo per l'importanza politica e culturale avuta negli anni '60 e, più generale, sul fascino da lui esercitato su tutto il XX secolo.

Kennedy è il Presidente che ha saputo gestire con incredibile sangue freddo e acume politico la terribile crisi dei missili a Cuba. Molti politici al suo posto, di fronte ad una provocazione come quella realizzata da parte dell'URSS, e incalzati dal troppo zelo dei militari, avrebbero risposto magari con troppa fermezza, addirittura attaccando, col rischio di precipitare tutto il mondo nell'abisso nucleare. Invece Kennedy non lo ha fatto, e tutti ancora oggi non possiamo che essergliene grati. 

Vogliamo in questa occasione quindi ricordare alcuni passaggi dal suo discorso inaugurale come Presidente, che ancora oggi colpiscono la coscienza, la sensibilità e l'intelligenza di ciascuno di noi:

Oggi il mondo è molto diverso. L'uomo detiene nelle proprie mani mortali il potere di abolire tutte le forme di povertà umana ma anche quello di sopprimere tutte le forme di vita umana. Eppure le stesse convinzioni rivoluzionarie per le quali hanno lottato i nostri padri, vale a dire la convinzione che i diritti dell'uomo non provengono dalla generosità dello Stato ma dalla mano di Dio, sono ancora in discussione in tutto il mondo.

Quanto è valido questo ragionamento ancora oggi! Spesso ci si dimentica che le armi nucleari, aumentate a dismisura durante il periodo della Guerra Fredda, in realtà sono ancora qui e il rischio che questo equilibrio atomico possa prima o poi spezzarsi è enorme. Illuminante al riguardo è un film come A prova di errore, col grande Henry Fonda, utile a ricordarci quanto sia fragile una pace costruita sulla reciproca paura di essere annientati e quanto il banco rischi di saltare da un momento all'altro, anche magari solo per errore, come avviene nella pellicola.

Alle persone che nelle capanne e nei villaggi di mezzo mondo lottano per spezzare le catene di una miseria diffusa, promettiamo il nostro massimo sforzo per aiutarli a provvedere a se stessi, non perché i comunisti facciano altrettanto, non perché vogliamo il loro voto, ma perché è giusto. Una società libera che non è in grado di aiutare i molti che sono poveri non riuscirà mai a salvare i pochi che sono ricchi.

Questa è poi una riflessione talmente profonda e bella che davvero non meriterebbe ulteriori commenti. Come stridono di fronte a questa le sciocche chiacchiere buoniste di tanti "protagonisti" dell'Italietta di questi anni. Come infastidisce lo sterile lassismo dei vari Boldrini, Vendola e compagnia bella.

Dunque, miei concittadini americani, non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese. Concittadini del mondo, non chiedete cosa l'America può fare per voi, ma cosa possiamo fare, insieme, per la libertà dell'uomo. Infine, che siate cittadini americani o cittadini del mondo, chiedete a noi gli stessi livelli elevati di forza e di sacrificio che noi chiediamo a voi. Con la coscienza pulita come unico premio, con la storia come giudice finale dei nostri atti, continuiamo a guidare la terra che amiamo, chiedendo a Dio la sua benedizione e il suo aiuto, ma consapevoli che qui sulla Terra il progetto di Dio deve essere anche il nostro.

Bellissimo questo invito alla responsabilità collettiva, alla necessità che ogni cittadino si senta compartecipe del processo di crescita di una Nazione. L'odio isterico contro la cattiva politica, la caccia alle streghe, le inutili polemiche sui tagli ai costi della politica, ci fanno dimenticare che se non si cambia la mentalità di un Paese nessuna riforma può servire a nulla, nessuna Legge otterrà alcunché.

JKF è stato un Presidente capace di dare una visione a un Paese, un sogno all'intera umanità. Un Presidente amante della cultura e delle arti, frequentatore delle Università e dei Teatri d'Opera. Non un santo, certamente, tutti conoscono bene i suoi vizi privati, non tali tuttavia da offuscarne le pubbliche virtù.

Non si può scrivere la storia con i ma e con i sé, tuttavia viene da domandarsi: ci sarebbe stato il Vietnam con Kennedy alla Casa Bianca? L'intera storia del XX secolo sarebbe andata diversamente se l'avventura umana e politica di quest'uomo oggettivamente straordinario non fosse stata drammaticamente interrotta quel 22 novembre 1963.

Sempre con noi JFK! Modello di una bella politica che è stata e che un giorno vorremmo nuovamente che sia. Magari anche in Italia, perché no.