Mi piacerebbe esserlo. Questa la risposta che mi è capitato recentemente di dare alla domanda: “ma tu come orientamento politico sei di destra, vero?”.
In effetti, sarebbe bello potersi permettere di essere di destra. Mi viene però il dubbio che la destra da me sognata non sia di questo mondo (quanto meno non di questo tempo, men che mai di questo luogo). Mi piacerebbe una destra che ponesse la serietà e la correttezza come base del proprio agire politico, in grado di avanzare una proposta politica efficiente, capace di ridare ordine e spina dorsale ad un Paese che purtroppo ne ha molto poca. Rispetto delle regole e dei contratti: rigore chiesto e dato ai propri cittadini. Sarei certamente parte di una destra che immaginasse un’Italia in cui chi studia viene assunto da giovane e se poi non lavora viene licenziato senza tante storie, che proponesse un’istruzione non di massa ma di qualità, aperta esclusivamente a chi ha veramente voglia di apprendere senza la pretesa di sfornare laureati a tutti i costi. Una destra fatta di persone competenti e soprattutto non alla volemose bene, che anzi aborrisse il buonismo dilagante come il peggiore cancro dei nostri tempi, che avesse il coraggio di cancellare enti inutili, di riformare la legislazione in materia di lavoro in modo che non ci siano, come oggi, pochissimi iper-privilegiati a fronte di masse di lavoratori che di tutele non ne hanno proprio. Una destra che non temesse l'impopolarità, né sulle pagine dei grandi giornali italiani, né a Bruxelles, ma che dicesse con grande chiarezza e onestà quello che vuole fare, avendo poi i cosiddetti attributi per farlo e che, ad esempio, tanto per dirne una, non necessariamente la più importante, volesse affrontare con decisione il tema della legittima difesa, riconoscendo il diritto alle persone di tutelare la propria incolumità, scegliendo nettamente con chi stare, se dalla parte dell’aggredito o dell’aggressore. Una destra coraggiosa capace di rimboccarsi le maniche, che cacciasse a pedate le rifattone della politica (in senso estetico e sostanziale), i leccapiedi, i tamarri di periferia anche se portano preferenze, gli intrallazzoni, i palazzinari, i mafiosi. Una destra che finalmente si decidesse ad investire nell’autentica cultura, nel cinema di qualità, libera ovviamente da qualunque legame con la feccia fricchettona ma senza invischiarsi in una maleodorante accolita di sfigati burini che chiamano “cultura” qualunque sciocchezza scritta in caratteri simil-celtici. Nel momento in cui la “sinistra” si affida a un soggetto che per vincere le elezioni ha bisogno di regalare 80 euro a tutti (omettendo di dire che, a molti, il prossimo anno dovrà pure richiederli in dichiarazione dei redditi) e di parlare in inglesaccio alla Merkel pensando così di farsi figo, ci vorrebbe una destra preparata, in grado di andare in tv in maniera presentabile e smontare con argomenti razionali le sue balle, senza per questo lanciarsi in propositi assurdi, antistorici e antieconomici come l’uscita dall’Euro.
Lo so bene, questa destra oggi in Italia non esiste. Purtroppo non esiste da molti anni, viene da chiedersi se sia mai esistita e se mai esisterà.