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Forza Italia 2.0?!? Si salvi chi può.

Nel ridicolo del dibattito politico italiano, ci mancava in effetti solo la fregnaccia di Forza Italia 2.0

Viene da dubitare che in qualunque altro Paese del mondo, esattamente venti anni dopo, si pensi seriamente di poter ricreare un partito con lo stesso nome e sulla base delle stesse premesse politiche di venti anni prima, come se con un colpo di bacchetta magica si potesse davvero riavvolgere il nastro della storia e tutto quello che è successo in questi anni non avesse significato nulla.

Silvio Berlusconi è, ahimè, sempre più un uomo solo al comando. Questo è stato forse il più grande limite della sua avventura politica, l'incapacità di costruire intorno a sé un abbozzo di gruppo dirigente, credibile, autonomo, che non fosse semplice emanazione e protesi del leader. Per questo, e so di dire una ovvietà mentre lo affermo, Berlusconi rimane insostituibile per il centrodestra. Di più: senza Berlusconi, praticamente non esiste il centrodestra in Italia. Rimangono abbozzi di destra: la melanconica Destra di Storace, i chiassosi e romanacci Fratelli d'Italia. Rimane, in pratica,quello che una volta era lo spazio politico del MSI. Rimane ben poco, per l'appunto.

Ora, nella prospettiva assai concreta e oggettivamente poco desiderabile per Berlusconi, di vedere non solo il proprio partito collassare in sua assenza ma, di più, l'intera coalizione scomparire, la trovata è: riprendiamo il film dall'inizio, rifondiamo Forza Italia. In questo modo si potrà ripartire da capo e nei prossimi 20 anni magari creare quello spazio politico, quel luogo culturale liberale, moderno, americano, come si sarebbe dovuto fare e non si è fatto.

Magari fosse così semplice. Peccato che in politica, come nella vita del resto, non basta rimettersi i vestiti di 20 anni prima per tornare davvero indietro nel tempo.

Trovo ahimè davvero triste e senza prospettive questa Forza Italia 2.0. Certo, se negli anni invece di candidare letterine e ballerine, ragazzotti senza cultura e figli di papà, ochette giulive e bifolchi della provincia, si fosse lavorato veramente per un modello culturale diverso...non ci si troverebbe a questo punto. Non ci sarebbe bisogno di colpi di scena, perché il successore di Berlusconi emergerebbe in maniera naturale, all'interno di un gruppo, di un habitat politico e culturale adeguato e capace. Invece tutto questo purtroppo non c'è, e quindi per rimandare la morte del centrodestra ci si aggrappa oggi all'ennesima piroetta, che forse servirà anche a guadagnare qualche altro anno di vita, magari (con molta fortuna e Renzi permettendo) a vincere pure ancora un'elezione...ma non cambierà il finale del film, il quale, ahimè, è già scritto, e vede come scena finale la liquefazione di un intero schieramento politico.

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