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Domenica scorsa, 6 aprile, alle ore 16 presso il mitico KKL (Kultur- und Kongresszentrum Luzern) si è tenuto il concerto di ringraziamento del Festival di Lucerna nei confronti di Claudio Abbado. L'appuntamento era di quelli da non mancare.

In via del tutto eccezionale, si riuniva durante il periodo pasquale la Lucerne Festival Orchestra, che tradizionalmente si esibisce solamente in estate. Del resto, non potrebbe essere altrimenti, visto che la compagine è composta dalla Mahler Chamber Orchestra con l'aggiunta di solisti e musicisti di fama internazionale che sospendono la loro attività concertistica proprio per prendere parte a questa orchestra "fenomeno". O quanto meno, così è stato finché c'era Abbado, che fungeva da vero e proprio "cemento" per tutte queste straordinarie personalità: non è possibile ovviamente dire oggi se l'esperienza resisterà, se anche in futuro questi solisti saranno disposti a rinunciare a programmi propri e a cachet da solisti.

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Da un lato c'era quindi l'opportunità di ascoltare ancora una volta questa meravigliosa orchestra, dall'altra quella di prendere parte al doveroso omaggio di una istituzione e di una città al Maestro che negli ultimi dieci anni li aveva portati sul tetto del mondo della cosiddetta "musica classica".

Il concerto si è aperto col primo tempo dell'Incompiuta di Schubert, eseguita senza direttore. Scelta non casuale: questo brano era stato suonato proprio con Abbado la scorsa estate e certamente, all'interno dei due programmi proposti nell'estate 2013, era l'unico fattibile senza direttore. Le arcate erano quelle di Abbado, le dinamiche anche. Il tono complessivo un filo troppo scandito e militaresco, ma del resto suonando senza guida, per non sbagliare negli attacchi è necessario essere molto precisi col tempo, al limite a volte della rigidità.

Dopo questa toccante scena di un'orchestra in scena priva del suo Maestro, c'è stato l'omaggio di Bruno Ganz, che ha letto una poesia di Hoelderlin, poeta assai amato dal Nostro.

Nella seconda parte del concerto (anche se senza intervallo, non si poteva interrompere un momento come questo con champagne o succhi di arancia presi alla buvette) abbiamo conosciuto Andris Nelsons, giovane e bravissimo direttore lettone, che sostituirà Abbado nei concerti estivi dell'Orchestra. Hanno suonato il concerto per violino di Berg, con Isabelle Faust nella veste di solista (altra scelta voluta, visto che proprio questo brano con questa solista erano stati il cuore di uno degli ultimi trionfi discografici di Abbado) e, dopo, l'ultimo tempo della terza sinfonia di Mahler. Uno struggente tempo lento, simbolo della poetica dell'autore e pagina esemplare del repertorio del grande Claudio. 

Alla fine lunghissimo applauso, con standing ovation prolungata anche dopo che l'orchestra era uscita dal palco, perché l'applauso più grande era ovviamente per Lui, il grande Assente.

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Dopo il concerto, pur se commosso dalla bellezza della musica e dalla sensibilità del pubblico, non ho potuto non ammettere tra me e me che sì, in effetti c'era tutto: il bellissimo KKL, la straordinaria orchestra del festival, un pubblico intelligente e partecipe, un direttore in grado di trasmettere la struggente grandezza delle pagine di Berg e Mahler. E tuttavia, senza Abbado non c'era niente. Tutto era perfetto...ma tutto aveva un altro sapore, se rapportato all'emozione, unica e grandissima, che toccava il cuore del pubblico quando c'era Lui sul podio.

Sono discorsi che non hanno senso, riflessioni che non bisogna fare se si vuole godere quanto di bello si ha giorno per giorno. Eppure quel vuoto sta lì e non si può non sentirlo: questa riflessione purtroppo non è possibile non farla. So già che avrò tutta una vita davanti per ricordarmene.