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E invece Letta ce l

Proprio una settimana fa scrivevo un post dal titolo tristezza, una sorta di carme in morte del Governo Letta. Non posso negarlo, una volta che Silvio aveva staccato la spina, l'ipotesi che una ventina di senatori si distinguesse dalle indicazioni del Capo mi sembrava totale fantascienza. Potevo immaginare certamente i mal di pancia, le difficoltà in primis da parte dei membri del Governo ma poi da parte un po' di tutti nel PDL ad accettare la fine del Governo e il conseguente ricorso a nuove elezioni nell'anno, col rischio di perdere tutti le proprie rendite di posizione. Però pensavo che i mal di pancia sarebbero stati curati a colpi di Maalox, e alla fine nessuno avrebbe veramente osato mettersi contro il Cav.

Tristezza

Non nego che lo stato d'animo che mi suscita in queste ore la notizia della caduta del Governo Letta è solo uno: una grande tristezza. Una profonda mestizia, non tanto per il Governo in sé, che pure non mi dispiaceva perché era formato da persone per lo più competenti e serie, ma in generale per quello che è diventato e soprattutto, per quello che non potrà diventare, il nostro Paese.

Il crepuscolo degli dei: se anche il proporzionale alla tedesca fa cilecca

Da ieri sera è ufficiale: anche il cosiddetto "proporzionale alla tedesca", sistema elettorale mitizzato da tantissimi all'interno dello scenario politico e giornalistico italiano, può fallire. E ieri ha fallito. Nonostante le apparenze, la cancelliera Merkel non ha "vinto" le elezioni federali di ieri. Bersani direbbe che è arrivata prima, ma non ha vinto. Certamente per lei è un successo politico clamoroso, perché il suo partito ha superato la soglia del 40% dei voti, cosa che non avveniva da decenni, ed è praticamente certo che frau Merkel resterà cancelliera per altri quattro anni, ma la realtà è che il voto di 5 anni fa, nonostante il suo partito avesse preso quasi 9 punti percentuali in meno di ieri (una enormità), le aveva dato una maggioranza piena, quello di ieri no. La Merkel infatti ha sfiorato la maggioranza assoluta dei seggi al Bundestag...l'ha sfiorata sì, ma non l'ha raggiunta.

I have a dream: un'Italia senza forze armate

Parliamoci chiaro, non credo che questo sogno potrà mai diventare realtà, però vale la pena scriverlo lo stesso: chiudere baracca e burattini e liberarci delle forze armate sarebbe una cosa bellissima, davvero un sogno.

Importante precisazione: non ho nulla contro le forze armate. La mia proposta non ha nulla di ideologico. Ogni scelta comporta una rinuncia e quindi, nel bilancio economico personale e generale, bisogna impostare un certo ordine di priorità. Vista in quest'ottica, la cosa appare in tutta la sua sconvolgente semplicità: le forze armate non ce le possiamo più permettere.

Saggi riformatori

Il presente articolo è scritto da Fabrizio Giulimondi, docente universitario ed esperto di diritto pubblico, già dirigente del Comune di Roma, funzionario del Ministero della Giusitizia e blogger http://giulimondi.blogspot.it/

La scorsa primavera, durante l’empasse per la formazione del nuovo Governo subito dopo le elezioni  politiche di febbraio che non avevano determinato una chiara maggioranza politica, il  Presidente della Repubblica ha conferito ad alcune personalità (c.d. saggi) il compito di proporre un ristretto numero di punti programmatici sulle  riforme  istituzionali, tali da fungere da road map per l’Esecutivo che di li a poco si sarebbe formato.
In tema di giustizia la prima proposta è legata all’ormai intollerabile sovraffollamento penitenziario italiano, reiteratamente denunziato anche dalle Istituzioni politiche e giurisdizionali europee (ultima di tempo la sentenza “Torreggiani” pronunziata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo all’inizio dell’anno ed ora alla attenzione della Grand Chambre) come inaccettabile.

La più bella del mondo? Non scherziamo...

La nostra Costituzione è la più bella del mondo. Questo il titolo dello show televisivo di Roberto Benigni andato in onda a dicembre 2012 su Rai 1 con grande riscontro di pubblico e critica. Da allora, questa espressione è stata ripresa da tanti soggetti del panorama politico e non solo. Da ultimo lo stesso Presidente del Consiglio Letta in un intervento del 13 settembre 2013 ha ripreso il concetto, limitandolo al giudizio sulla prima parte della Costituzione.

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