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Renzi Segretario, unico successo di Silvio in 20 anni di vita politica

 

Questa sera Matteo Renzi è diventato Segretario del PD con una percentuale schiacciante: praticamente il 70% dei votanti alle primarie ha scelto lui. Non si può negare che questo successo ha tratti sorprendenti, perché oltre alle dichiarazioni di facciata e alle beneauguranti previsioni portasfiga in suo favore uscite negli ultimi giorni da parte di mezzo partito, sembrava difficile che la "base" del PD avrebbe davvero accettato, a livello così diffuso, il baldo manzo toscano come proprio Segretario e leader politico. Possibile che i vari D'Alema, Veltroni, Bersani, che tenevano in mano il PD fino allo scorso anno, avessero così poca presa oggi sull'elettorato da ottenere per Cuperlo solo il 15% dei voti? A quanto pare, sì.

Ancor più sorprendente è stato poi il discorso della vittoria di Renzi, così clamorosamente non di Sinistra per i nostri standard italici. Incredibile sentire il Segretario del PD attaccare in maniera così netta i sindacati, usare toni di aperta critica perfino contro i passati governi Prodi (il quale, giova ricordarlo, per una larga parte dell'elettorato PD, è leggenda). Certamente sconvolge sentire il Capo del primo partito della Sinistra esprimersi con toni così smaccatamente non-comunisti, non legati alla Sinistra per come l'abbiamo conosciuta noi fino ad oggi, così lontani ad esempio dalla retorica buonista di Boldrini e Vendola. Che effetto fa ritrovarsi un Segretario che critica, indirettamente, addirittura quella CGIL che da sempre è costola della Sinistra, i cui dipendenti sono addirittura chiamati a fare i rappresentanti di lista del PD alle elezioni, quella CGIL che al PD ha dato un Sindaco (Cofferati) e il Segretario uscente (Epifani)?

E tuttavia, non si può negare che quella di stasera è stata probabilmente la prima, forse unica vittoria reale di Berlusconi in 20 anni di attività politica. Se oggi il leader della nuova Sinistra si presenta con la faccia, ma soprattutto con gli argomenti, di Matteo Renzi, il merito (o il de-merito, a seconda dei punti di vista) è tutto del Cav. Alla fine, anche la base del PD ha convenuto sul fatto che per vincere le elezioni bisognava chiudere definitivamente col passato PCI-PDS-DS e mettersi nelle mani di chi con quella storia non aveva nulla a che fare, e si è adeguata. Nelle mani, quindi, di un quarantenne che non veniva dalle Sezioni né dalla FGCI o dalla Sinistra Giovanile. Un'enormità, non c'è che dire.

Renzi ha fatto un discorso che era musica per le orecchie delle persone non di Sinistra, e se questi propositi non resteranno solo chiacchiere, i consensi per il PD aumenteranno e anche significativamente. Non dovrà sorprenderà se una larga parte degli elettori di centrodestra alle prossime elezioni sceglierà di votare per lui, sarà un fatto anzi abbastanza fisiologico.

A questo punto B. potrebbe ritirarsi oggi stesso dalla vita politica, perché la sua partita tutto sommato l'ha vinta. Ha portato la Sinistra in una terra dove, oggettivamente, non è più se stessa: non può pretendere di più. Sappiamo tuttavia che questo non avverrà: andremo a votare tra 6 o al massimo 18 mesi, e con ogni probabilità sarà ancora una volta Silvio a sfidare Renzi, perché alle annunciate primarie del centrodestra il Cav si presenterà e batterà tutti gli avversari interni. Non potrà che vincere di fronte a competitor ridicoli come Alfano, Salvini o la Meloni, un trio di impresentabili, ognuno a modo suo. 

Ma che campagna elettorale gli rimarrà poi da fare? Contro Renzi non potrà alzare la bandiera del pericolo comunista. Il Cav oggettivamente sarà disarmato contro di lui, perché Renzi dice, forse con toni diversi e magari anche meglio, sostanzialmente le cose che dice B. da vent'anni. E allora, forse, gli andrà pure bene così: accettare di perdere contro Renzi, perché in un certo senso, sarà come vincere vinto lo stesso.

Con Renzi, il ventennio di Berlusconi, per certi aspetti, non finirà mai. Come diceva Scapagnini, suo medico personale, il Cav. è tecnicamente immortale.

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