E invece Letta ce l

Stampa

 

Proprio una settimana fa scrivevo un post dal titolo tristezza, una sorta di carme in morte del Governo Letta. Non posso negarlo, una volta che Silvio aveva staccato la spina, l'ipotesi che una ventina di senatori si distinguesse dalle indicazioni del Capo mi sembrava totale fantascienza. Potevo immaginare certamente i mal di pancia, le difficoltà in primis da parte dei membri del Governo ma poi da parte un po' di tutti nel PDL ad accettare la fine del Governo e il conseguente ricorso a nuove elezioni nell'anno, col rischio di perdere tutti le proprie rendite di posizione. Però pensavo che i mal di pancia sarebbero stati curati a colpi di Maalox, e alla fine nessuno avrebbe veramente osato mettersi contro il Cav.

E invece no, Letta ce l'ha fatta. Un manipolo di senatori ha osato l'inosabile, ovvero votare contro le indicazioni del leader maximo. La cosa che sconvolge di più in realtà è vedere i nomi dei cosiddetti "traditori": Alfano, Cicchitto, Formigoni, Lupi, Quagliariello, Lorenzin...tutte persone da sempre legate all'esperienza politica di Silvio Berlusconi. Alcuni di loro hanno addirittura iniziato a fare politica a seguito della scesa in campo del Cav. Insomma, una ribellione che fa notizia, non c'è che dire e che sconvolge gli osservatori anche più disincantati come il sottoscritto.

Alla fine Silvio ha addirittura dovuto votare sì al Governo, per non finire in minoranza, per non fare la stessa fine di Mussolini la sera del 25 luglio '43, perché il vertice PDL non diventasse una nuova seduta del Gran Consiglio in cui il Capo finisce in minoranza. Con la mossa a sorpresa del voto favorevole a Letta, il Cav ha certamente scompigliato le carte, e non è uscito di scena. Non si è auto-consegnato al ruolo di una insignificante opposizione. Non ha permesso, con questa astuzia, che nascessero gruppi autonomi in Parlamento. Non è stata una mossa da poco, perché in questo modo riuscirà a condizionare ancora il partito e il Governo. Certo, molto meno di prima, questo è sicuro, perché, purtroppo per il Cav, non ha più armi cariche, e di questo se ne sono accorti tutti.

Cosa succederà adesso? Difficile a dirsi. Se il Senato voterà a favore della decadenza di Berlusconi, è improbabile che il PDL resterà zitto e buono, anche la frangia filo-governativa. Il problema è sempre e solo uno: senza Cav il centrodestra non esiste e questo lo sanno bene Alfano, Quagliariello e gli altri. Sanno che, se andassero da soli alle elezioni, farebbero la fine, se gli va male di Fini e Casini, se gli va bene del Nonno Mario. Per questo non possono staccarsi dal Cav, il quale, pure ferito, c'è e ci sarà ancora per un po'. Sbaglia Letta a dire che col voto di mercoledì si è chiuso un ciclo ventennale. Sta per chiudersi, questo è certo, anche per motivi anagrafici, ma ancora non si è chiuso.

La verità più grande l'ha detta oggi Renzi su La Stampa: "Berlusconi mi fa rabbia perché ha cambiato il calcio, la tv e l’edilizia, ma non la politica: non solo non ha fatto le cose che volevamo noi, ma nemmeno quelle che voleva lui". 

Come fare a dargli torto?