Per la Musica e per i musicisti

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Richiesta di revoca dei Decreti Direttoriali nn. 947, 948, 949, 950, 952 in merito alle assegnazioni FUS 2015 relative alle Attività Musicali

Onorevole Ministro,

Rivolgiamo alla Sua persona il presente appello, urgente e necessario perché la situazione che si è determinata a seguito dei Decreti di cui in oggetto, nella sua gravità, rischia concretamente di compromettere la sopravvivenza di centinaia di istituzioni musicali del nostro Paese con il consequenziale impoverimento dell'offerta musicale nel territorio e la cancellazione di possibilità lavorative (peraltro già molto poche nel nostro Paese) per gli operatori, anche giovani, del mondo della musica.

Come ella certamente sa, i criteri di ammissione all'interno del Fondo Unico per lo Spettacolo e di riparto delle risorse sono cambiati totalmente a partire dall'anno 2015, per gli effetti del DM 1 luglio 2014 che ha letteralmente rivoluzionato il settore.

A parte il fatto che una riforma di questa importanza avrebbe forse necessitato di una vera e propria revisione di legge (mentre il testo normativo di riferimento rimane la legge n. 163 del 30 aprile 1985) e non di un semplice DM, pur accettando le finalità e attenendoci allo spirito dello stesso, leggiamo quanto affermato nella scheda tecnica reperibile sul sito del Ministero (http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1402938721849_scheda_tecnica_fus.pdf) ovvero che "Il nuovo metodo...si basa su una valutazione delle domande di contributo fatta oggettivamente con un sistema di quantificazione delle attività realizzate e dei risultati raggiunti. Su base 100, 70 punti verranno assegnati automaticamente, in modo del tutto trasparente ed oggettivo, in funzione di un set di indicatori chiari e misurabili. I restanti 30 punti verranno assegnati dalle nuove commissioni tecniche, alle quali non parteciperà più il Direttore Generale, e che avranno il compito di esprimersi con un giudizio di qualità su una serie di questioni legate al progetto presentato. Si tratta di una rivoluzione del sistema, che allineerà il contributo con il valore creato da ciascun operatore, ridisegnando il sistema delle contribuzioni".

Senza entrare nel merito del Decreto, da quanto emerge dalla lettura dei Decreti Direttoriali citati in oggetto, in questa sede si vuole semplicemente affermare che i criteri sopra esposti sono stati totalmente disattesi.

Le criticità sono infatti molte, ma la distorsione più macroscopica e facilmente percepibile è una: il giudizio della commissione tecnica, che doveva semplicemente valutare la qualità artistica dei progetti e dei programmi presentati, non si è chiaramente limitato a questo, ma è servito come metodo di ponderazione delle risorse e di riequilibrio del sistema su criteri di opportunità politica, tenuto conto dei valori emersi attraverso gli indici calcolati dal sistema informatico.

Dalle graduatorie pubblicate emerge infatti che decine e decine di istituzioni in tutta Italia, già riconosciute all'interno del FUS, sono state quest'anno escluse. Nelle tabelle non è specificato (opacità certamente deprecabile), per gli enti non sovvenzionati, il quadro esatto e puntuale dei punteggi ottenuti nei tre diversi ambiti (dimensione quantitativa, qualità indicizzata, qualità artistica). Da alcuni riscontri avuti dai diversi operatori con gli uffici competenti tuttavia è emerso chiaramente che la non ammissione al FUS è stata dovuta, in massima parte, a giudizi nella qualità artistica inferiori a 10 punti su 30, limite sotto al quale si era automaticamente esclusi "per indegnità" dalla ripartizione delle risorse.

Questo fatto è inaccettabile e del tutto irragionevole, soprattutto per due ragioni molto semplici:

1. un punteggio inferiore a 10/30 indica una qualità decisamente scadente della proposta, ed è inverosimile che tutti gli operatori "cacciati" dal Fus possano sensatamente essere accusati di ciò. In moltissimi casi si tratta di stagioni concertistiche che da decenni venivano riconosciute e sovvenzionate dal Ministero, dunque delle due l'una: o per decenni lo Stato si è sbagliato a sostenere queste realtà, oppure lo sbaglio è avvenuto quest'anno;

2. la commissione tecnica che ha effettuato le valutazioni quest'anno è la stessa che ha valutato lo scorso anno. Se lo scorso anno, a questa commissione, le programmazioni erano apparse di livello adeguato ad ottenere il riconoscimento, come è possibile che in così tante non lo siano quest'anno? Tutte queste da un anno all'altro hanno svilito così pesantemente le rispettive programmazioni?

Non si può non considerare, inoltre, che queste decisioni arrivano ad agosto, quando ormai gran parte delle stagioni è stata svolta e queste istituzioni hanno agito e speso nella più che ragionevole e legittima attesa di vedersi riconosciuti all'interno del FUS, come appunto era avvenuto negli anni, a volte decenni, precedenti.

Viene quindi il fondato e legittimo sospetto che il giudizio di qualità non sia stato legato, appunto, solo alla qualità, così come doveva essere, ma sia servito come "correttivo" di un sistema che evidentemente non aveva funzionato perfettamente o, quanto meno, non conteneva al suo interno gli adeguati correttori. In questo quadro si aggiunge l'episodio, non marginale e certamente grave, delle dimissioni dalla commissione tecnica della compositrice Silvia Colasanti, unica musicista all'interno dell'organo, avvenute a commissione aperta e a lavoro non ancora concluso, le cui ragioni sono ovviamente da approfondire ma che facilmente possono essere ricondotte a questo uso distorto e non certamente tecnico del giudizio di qualità della commissione stessa.

Probabilmente non c'erano risorse sufficienti a sostenere tutti gli operatori del settore seguendo pedissequamente i criteri matematici impostati dal DM, perché evidentemente i totali dati dal sistema (tenendo dentro quindi anche la dimensione quantitativa e la qualità indicizzata) erano troppo alti.

Di fronte a questo problema tuttavia le soluzioni potevano e possono essere due, o aumentare le risorse, oppure prevedere, così come sensatamente avvenuto fino al 2014, un meccanismo di abbattimento del finanziamento stesso, ovvero quanto già previsto dall'articolo 6, comma 1 del previgente DM 9 novembre 2007: Nel caso di progetti artistici di particolare rilevanza finanziaria, l'Amministrazione può prendere in considerazione una parte dei costi ammissibili concedendo la facoltà di ridurre i costi dell'attività, fermi restando i minimi previsti per ogni singolo settore. Perché non inserire nuovamente una previsione così semplice anche nel quadro normativo attuale, visto che ipotizzare un aumento delle risorse è certamente più difficile?

Certo, la soluzione del problema non poteva e non può essere la soppressione, violenta, di decine di realtà importanti, in tutto il Paese, che contribuiscono alla crescita dei territori, peraltro usando come una clava l'arma del giudizio artistico, perché questo oltre ad essere ovviamente illegittimo, offende la dignità degli operatori, per i quali è infamante trovarsi bollati di una simile etichetta, dopo anni di lavoro svolto con abnegazione e professionalità.

Non può essere il sacrificio di alcuni lo strumento con cui si dimostra che il sistema previsto dal decreto funziona alla perfezione e che i conti tornano.

La richiesta che avanziamo alla Sua persona è pertanto che il Ministero, anticipando gli inevitabili, numerosi e sgradevoli strascichi giudiziari che questa vicenda avrebbe e ponendosi invece dalla parte degli operatori e del Bene Comune, non della difesa del Decreto in sé, revochi i Decreti contenenti le graduatorie e sottoponga al giudizio di nuove commissioni tecniche le programmazioni, aggiungendo eventualmente un correttivo formale che renda l'erogazione del contributo alla fine della procedura compatibile con i vincoli di bilancio.

Chi opera nelle associazioni musicali lo fa per amore dell'Arte e per diffondere la cultura musicale in tutto il Paese. I fondi assegnati a queste istituzioni sono moltiplicatori di crescita, perché tutto è speso per gli artisti, tutto è investito per offrire a più pubblici, in molte zone d'Italia, prodotti qualificati e occasioni di crescita musicale.

Nella speranza che questo appello possa incontrare da un lato la Sua sensibilità politica e, dall'altro convincerla dei chiari vizi di legittimità di cui si è macchiata la presente procedura, inviamo i nostri migliori saluti.

SALVATORE ACCARDO
PATRICIA ADKINS CHITI
CLAUDIO AMBROSINI
ALESSANDRA AMMARA
MARCO ANGIUS
FRANCESCO ANTONIONI
MAURIZIO BAGLINI
RAMIN BAHRAMI
GUIDO BARBIERI
GISELLA BELGERI
GEMMA BERTAGNOLLI
LAURA BIANCHINI
JADER BIGNAMINI
SIMONIDE BRACONI
ENRICO BRONZI
SYLVANO BUSSOTTI
MAURO CARDI
GIORGIO CASATI
GIANLUCA CASCIOLI
LUIGI CECCARELLI
ANTONIETTA CEROCCHI
SILVIA CHIESA
FABIO CIFARIELLO CIARDI
ALESSANDRO CIPRIANI
ORNELLA COGLIOLO
DANIELA DE MARCO
FRANCESCA DEGO
CLAUDIO DESDERI
ROBERTO FABBRICIANI
CLAUDIO FORMISANO
CHECCO GALTIERI
VIVIANA GIRANI
ITALO GOMEZ
GIOVANNI GUACCERO
JUDITH HAMZA
IRMELA HEIMBACHER EVANGELISTI 
SILVIA LANZALONE
LUCA LOMBARDI
MICHELANGELO LUPONE
SILVIA LUZZI
CARLA MAGNAN
GIOVANNA MANCI
ALBERTO MARTINI
MASSIMO MERCELLI
ANDREA NOCERINO
GIORGIO NOTTOLI
MADDALENA NOVATI
CLAUDIO ORAZI
ALDO ORVIETO
MARCELLO PANNI
NINNI PANZERA
VITTORIO PARISI
CARLOTTA PELLEGRINI
PAOLO PETAZZI
DANIELA PETRACCHI
FABIANA PIERSANTI
LUISA PRAJER
WALTER PRATI
ROBERTO PROSSEDA
PIERO RATTALINO
ALESSANDRA RAVERA
TOMMASO ROSSI
FLORALEDA SACCHI
NICOLA SANI
ALESSANDRO SBORDONI
DIMITRI SCARLATO
MARCO SCOLASTRA
FAUSTO SEBASTIANI
GIANCARLO SIMONACCI
GIANNI TANGUCCI
MARCO TRAVERSA
FRANCESCA TRAXLER
DOMENICO TURI
ADRIANA VERCHIANI - FARULLI
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